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Swap (IRS) nullo per omessa specificazione dei criteri di calcolo del Mark to Market (MtM)

SWAP (IRS) NULLO PER OMESSA SPECIFICAZIONE DEI CRITERI DI CALCOLO DEL MARK TO MARKET (MTM) Il Tribunale di Milano ha recentemente confermato quella linea giurisprudenziale che dichiara la nullità dei contratti di swap IRS (Interest Rate Swap) per omessa specificazione dei criteri di calcolo del Mark to Market, riconducendolo nell’alveo della nullità per indeterminatezza dell’oggetto del contratto ex art. 1346 c.c., divergendo in tal modo da quella stessa corrente giurisprudenziale che ricorreva alla categoria dell’immeritevolezza di cui all’art. 1322 2° comma c.c. per sancirne la nullità. Si evidenzia, infatti, come il Mark to Market (e la sua formula), rappresenti un elemento essenziale del contratto di Interest Rate Swap, destinato a […]

Il collar swap non aveva funzione di copertura per l’acquirente? Il contratto è nullo

Parere IL COLLAR SWAP NON AVEVA FUNZIONE DI COPERTURA PER L’ACQUIRENTE? IL CONTRATTO È NULLO La Corte d’Appello di Milano, con la sentenza 28 settembre 2020, ha sancito la nullità ai sensi dell’art. 1418 c.c. di un contratto di swap stipulato da una banca ad un Ente Pubblico in quanto da un’attenta analisi finanziaria dell’operazione finanziaria eseguita era emerso che quel tipo di swap (collar swap) non poteva essere acquistato dall’Ente pubblico alle condizioni proposte ed eseguite dalla banca. La struttura di un derivato collar swap comporta la cessione da parte della banca al cliente di una opzione cap a fronte della cessione di una opzione floor. Pertanto per qualificare […]

La mancata indicazione del Mark to Market nel contratto di swap fra nullità e risoluzione del contratto

Parere LA MANCATA INDICAZIONE DEL MARK TO MARKET NEL CONTRATTO DI SWAP FRA NULLITA’ E RISOLUZIONE DEL CONTRATTO  La recentissima sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione del 12 maggio 2020 n. 8770 in materia di swap e derivati pone ora nuovi scenari sulla questione se la mancata indicazione del Mark to Market e degli scenari probabilistici determini o meno la nullità del derivato. Le Sezioni Unite, infatti, in un passaggio della motivazione, ragionando dei problemi generali della determinatezza (o determinabilità) dell’oggetto del contratto hanno statuito che il contratto di swap, per essere valido, deve contenere “sia l’indicazione del Mark to Market, sia l’indicazione degli scenari probabilistici, sia dei costi occulti”. […]

Contratto di swap e diritto di recesso per contratto stipulato fuori sede

Parere CONTRATTO DI SWAP E DIRITTO DI RECESSO PER CONTRATTO STIPULATO FUORI SEDE Vengo richiesto di un parere sulla questione se la disciplina del diritto di recesso ex art. 30 T.U.F. si applichi o meno ad un contratto di swap proposto e stipulato dalla Banca a Cliente al dettaglio fuori sede. La Corte di Cassazione ha affrontato a Sezioni Unite, con la sentenza 13905/2013, la questione della disciplina del diritto di recesso di cui all’art. 30 T.U.F., statuendo che tale diritto si applica non soltanto alle operazioni compiute nell’ambito della prestazione di un servizio di collocamento in senso proprio, ma anche a qualsiasi altra ipotesi in cui l’intermediario venda fuori […]

La dichiarazione di operatore qualificato non impedisce al Cliente di ottenere dalla banca il risarcimento del danno patito dalla perdita per l’investimento rischioso

Parere reso a privato LA DICHIARAZIONE DI OPERATORE QUALIFICATO NON IMPEDISCE AL CLIENTE DI OTTENERE DALLA BANCA IL RISARCIMENTO DEL DANNO PATITO DALLA PERDITA PER L’INVESTIMENTO RISCHIOSO La Banca deve prestare gli obblighi di diligenza, di correttezza e trasparenza, di informazione, di comunicazione della inadeguatezza delle singole operazioni in quanto non ha nessuna rilevanza ai fini risarcitori la dichiarazione del Cliente di godere di un’elevata conoscenza relativamente a tutti i prodotti finanziari, di essere cioè quello che si definisce in gergo “operatore qualificato”. Il caso in oggetto riguarda l’esecuzione di alcune operazioni in strumenti finanziari (swap) dal quale è emerso un grave danno patrimoniale per il Cliente. Il reclamo del […]

Swap: la Banca risarcisce il Cliente se non prova la funzione di copertura del contratto di Interest Rate Swap

SWAP: LA BANCA RISARCISCE IL CLIENTE SE NON PROVA LA FUNZIONE DI COPERTURA DEL CONTRATTO DI INTEREST RATE SWAP Il Tribunale di Milano Sesta Sezione Civile, con la sentenza n° 10049 del 13.09.2016, conferma quell’orientamento della giurisprudenza per il quale la Banca deve risarcire il Cliente se nel corso del giudizio non prova la funzione di copertura dell’eseguito contratto di Interest Rate Swap. Il principio è puramente processuale e prescinde dalla esistenza o meno della operazione finanziaria di finanziamento, mutuo o leasing da coprire con il derivato. La Banca, in questi casi, risarcisce il Cliente per il solo fatto di non avere prodotto in giudizio il contratto di finanziamento, mutuo […]

Swap: la banca risarcisce il cliente se non lo informa continuamente sulla rischiosità dell’operazione

SWAP: LA BANCA RISARCISCE IL CLIENTE SE NON LO INFORMA CONTINUAMENTE SULLA RISCHIOSITA’ DELL’OPERAZIONE Obblighi rafforzati per la banca nell’esecuzione dei contratti di swap o comunque su derivati. La Prima Sezione Civile della Cassazione con la sentenza 17440, depositata il 31.08.2016, conferma la tutela allargata che la banca deve garantire ogni volta che esegue contratti di swap o comunque su derivati. Anche quando l’operazione sia palesemente ed esclusivamente speculativa e le parti “giochino” sull’effetto leva. Nell’esecuzione dei contratti di swap o su derivati, quali ad esempio futures e options, la banca deve informare continuamente, anche in modo dissuasivo contro il proprio interesse, sulla rischiosità dell’operazione. Laddove questa informazione manchi la […]

Dall’Archivio: Banca condannata per lite temeraria

DALL’ARCHIVIO: BANCA CONDANNATA PER LITE TEMERARIA Estraiamo dall’archivio la sentenza 545/1997, con la quale il Tribunale di Belluno, decidendo in un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, dopo aver revocato il decreto ingiuntivo, condannava la banca convenuta opposta a pagare a favore del debitore opponente l’importo di £ 200.000.000 a titolo di lite temeraria. La sentenza è importante perché costituisce un primo esempio di “sentenza punitiva” oggi assai di moda nel contenzioso bancario. La peculiarità risiede nel fatto che il punito non è, come accade nella quasi totalità dei casi, il cliente, ma la banca. La fattispecie peraltro era molto particolare, ma attuale anche in relazione al thema decidendum, che […]