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Banche Venete e segnalazione alla Centrale Rischi della Banca d’Italia ovvero… il “morto” che segnala

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BANCHE VENETE E SEGNALAZIONE ALLA CENTRALE RISCHI DELLA BANCA D’ITALIA OVVERO… IL “MORTO” CHE SEGNALA

Con il D.L. 99 del 25 giugno 2017 il Governo ha decretato la “morte” di Banca Popolare di Vicenza Spa e di Veneto Banca Spa disciplinando l’avvio e lo svolgimento della Liquidazione Coatta Amministrativa delle due Banche Venete tra cui la cessione dei rami d’azienda “sani” a Intesa Sanpaolo Spa, eseguita puntualmente il 26 giugno 2017 dai Liquidatori con atto del Notaio Marchetti di Milano.

Detta “morte” ha provocato l’interruzione di tutti i procedimenti civili nei quali le Banche Venete erano parti, l’interruzione di tutti i rapporti bancari correnti (parti dei quali ceduti ad Intesa Sanpaolo Spa, altri trasferiti in capo alla procedura di LCA) e l’impossibilità per azionisti ed obbligazionisti di recuperare – almeno per il momento – gli investimenti perduti.

Ma il “morto” … è vivo. Infatti tutte le segnalazioni e gli aggiornamenti inframensili alla Centrale Rischi della Banca d’Italia relative ai dati dei Clienti delle due Banche Venete, successive alla data del 25 giugno 2017,non vengono eseguite in nome della cessionaria Intesa Sanpaolo Spa o della procedura di LCA per i Clienti non ceduti, ma continuano ad essere eseguite in nome delle due Banche Venete “morte”, che per l’occasione “resuscitano” ad intermediari autorizzati ex art. 13 T.U.B. Insomma il “morto” è “morto” quando deve rispondere dei danni che ha causato ai risparmiatori, ma è “vivo” quando deve segnalare gli sconfinamenti e le sofferenze dei Clienti alla Centrale rischi.

Tutto ciò determina la nullità di tutte le segnalazioni inframensili eseguite dal 25 giugno 2017 in poi relative ai rapporti delle due Banche Venete, in quanto eseguite da intermediario non più esistente – e quindi non autorizzato – ed il risarcimento del danno eventualmente patito da tale segnalazione illegittima. Legittimato passivo all’azione – anche cautelare – è certamente la Banca d’Italia che, come è noto, gestisce il servizio centralizzato dei rischi.