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Decarbonizzazione e finanza: i sustainability-linked bond (SLB)

DECARBONIZZAZIONE E FINANZA: I SUSTAINABILITY-LINKED BOND (SLB)

Grande rilevanza ha assunto in questi ultimi anni il fenomeno della decarbonizzazione, termine con il quale si indica il processo di riduzione del rapporto carbonio-idrogeno nelle fonti energetiche. Numerosi progetti e iniziative del UN Global Compact Network Italia (UNGCN Italia), organizzazione costituitasi in Fondazione nel giugno 2013, con la quale opera in Italia il Global Compact delle Nazioni Unite, riguardano infatti questo specifico tema.

La transizione verso la decarbonizzazione deve essere considerata come un volano per la competitività non solo per le aziende del settore energetico, ma anche per le manifatturiere, della produzione di beni intermedi e di largo consumo, di servizi. La finanza ha un grande ruolo da giocare come propulsore della transizione: da un lato affrontando i rischi di transizione (reputazionali e normativi) gli operatori della finanza possono influenzare aziende e persone rispetto a scelte più sostenibili, dall’altro possono favorire processi di transizione delle imprese “brown” in “green” anche attraverso lo sviluppo di sinergie tra diversi clienti.

Si collega a tale fenomeno la diffusione di strumenti di finanza sostenibile, come i Sustainability-linked Bond (SLB), che sono obbligazioni dotate di caratteristiche finanziarie e strutturali che variano a seconda del raggiungimento di obiettivi predefiniti, relativi alla performance di sostenibilità dell’emittente. Le risorse finanziarie raccolte con gli SLB non devono essere forzatamente destinate a finalità specifiche così da favorire l’accesso al mercato della finanza sostenibile a società di piccole dimensioni non in grado di rispettare i più onerosi requisiti di trasparenza e monitoraggio richiesti per altri strumenti (quali quelli green, social e sustainable).

Nella composizione degli SLB, gli emittenti possono scegliere le caratteristiche sulle quali adeguare lo strumento alla propria performance di sostenibilità ambientale. La struttura più utilizzata nel mercato è la previsione di un meccanismo di “step-up” del tasso cedolare offerto agli investitori. In questo caso, nell’ipotesi di mancato raggiungimento alla data prestabilita dei target di sostenibilità (SPT) indicati dall’emittente, quest’ultimo si impegna a corrispondere un rendimento più elevato per la vita residua dell’obbligazione. Altri esempi, seppur meno diffusi, prevedono meccanismi di step-down, cioè di riduzione, del tasso cedolare in seguito al raggiungimento degli SPT, il pagamento di un premio a scadenza da corrispondere agli investitori in caso di mancato raggiungimento degli SPT oppure ancora il pagamento di una determinata somma a istituti di ricerca/organizzazioni non governative attive nel campo della sostenibilità.

I SLB hanno il merito di promuovere la sostenibilità legando i rendimenti finanziari a fattori ambientali, sociali e di governance (ESG ovvero enviromental, social and governance). Secondo la Banca d’Italia “risultano particolarmente utili per emittenti i cui investimenti ‘verdi’ non sono di entità sufficiente a rendere economica l’emissione di GB e SB” favorendo l’accesso al mercato della finanza sostenibile a società di piccole dimensioni, o per “società che stanno adattando la propria strategia verso la transizione sostenibile […] offrendo inoltre un beneficio dal punto di vista reputazionale”, con un “forte grado di flessibilità nel decidere le caratteristiche strutturali e finanziarie dello strumento, che rende gli emittenti potenzialmente in grado di soddisfare le esigenze di un ampio ventaglio di investitori”.

Tale flessibilità sembra, di contrasto, essere il punto debole dei Sustainability-Linked Bond (SLB), in quanto non sussistendo parametri condivisi di sostenibilità, ogni azienda potrebbe fissarsi a piacimento dei paletti, per quanto limitati, e poi dire che è rientrata nei criteri che lei stessa si è data. La strutturazione degli SLB va quindi comparata con i rischi dell’azienda, da quelli strategici e operativi, a quelli legali e di compliance e finanziari.

Appare evidente, quindi, che il tema dell’accesso a finanziamenti e nuovi capitali diventa sempre più rilevante rispetto agli sviluppi attuali sulla decarbonizzazione e sulla sostenibilità. Infatti, le aziende virtuose in questi ambiti possono divenire più attrattive e resilienti agli occhi dei mercati e degli investitori. Per questo SLB e fondi ESG sono in continua crescita, sia a livello di equity che di debito, così come i Green Bonds e il primo BTP green Italia, la cui domanda ha recentemente superato di dieci volte l’offerta. La finanza certamente costituisce il punto nodale del supporto alle aziende, per la promozione della transizione verso un’economia circolare: l’allocazione di risorse tramite gli strumenti di finanza pubblica e privata (SLB, green bonds, mutui verdi, incentivi, portafogli di investimenti realizzati secondo parametri ESG) dovrà, infatti, essere condotta nel rispetto di rigidi criteri di sostenibilità ambientale, oltre che economica.