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BILANCIO FALSO E AUMENTO DI CAPITALE: IL CASO YORK
In generale, l’azione concessa al terzo per il risarcimento dei danni ad esso derivanti come conseguenza di informazioni non veritiere contenute in bilancio o comunque false, o nelle scritture contabili in genere, richiede sempre e comunque la dimostrazione del nesso causale fra il dato ritenuto falso o non veritiero ed il pregiudizio subito. In particolare, ove il terzo alleghi di essere stato indotto a partecipare all’aumento di capitale della società, a ciò indotto dal fatto che dai bilanci risultassero circostanze non rispondenti al vero che lo abbiano indotto a tale partecipazione, egli è tenuto a provare la specificità di tali circostanze, nonché l’idoneità di esse a trarlo in inganno, importando il riferimento all’incidenza diretta del danno sul patrimonio del terzo danneggiato, un esame molto rigoroso del nesso causale.
Il principio è quindi quello ai sensi del quale colui che si duole della falsità o comunque della non veridicità dei dati e delle risultanze di bilancio è tenuto ad allegarli specificatamente, e poi ad assolvere all’onere di provare anche l’idoneità dei medesimi a trarre in inganno la sua fiducia: onde è tenuto a fornire la dimostrazione del nesso causale fra il falso (o non veritiero) dato contabile e il danno patito in modo diretto ed in conseguenza di detto dato.
La giurisprudenza di merito e quella della Cassazione sono ormai costanti nell’affermare il principio di diritto ai sensi del quale la responsabilità risarcitoria della società e degli amministratori in solido nei confronti dell’altro contraente non deriva automaticamente dalla sussistenza del dato falso o non veritiero, ma implica prima la prova di una condotta dolosa o colposa degli amministratori medesimi, poi la prova del danno e infine la prova del nesso causale tra la condotta descritta e il danno patito dal terzo.
In particolare, in ipotesi di bilancio contenente indicazioni non veritiere, che si assumano avere causato l’affidamento del terzo circa la solidità economico-finanziaria della società e la decisione del medesimo di partecipare all’aumento di capitale, il terzo che agisca per il risarcimento del danno in via solidale nei confronti della società e dell’amministratore che abbia concorso alla formazione del bilancio asseritamente falso è onerato di provare non soltanto tale falsità, ma anche, mediante qualsiasi mezzo di prova, il nesso causale tra il dato falso e la propria determinazione di partecipare all’aumento del capitale.
Di recente i fondi York hanno agito in giudizio per ottenere la condanna solidale di MPS e dei suoi vertici dell’epoca dei fatti denunciati, al risarcimento dei danni per aver partecipato all’aumento di capitale realizzato nel 2014 e aver investito, nel corso dello stesso anno, in contratti derivati, il cui valore derivava dall’andamento di un’attività sottostante riguardante le azioni MPS sulla base di bilanci asseritamente viziati in ragione dell’erroneo trattamento contabile dell’operazione di finanza strutturata denominata “Alexandria” e dei crediti deteriorati, e il Tribunale di Milano, con sentenza dello scorso 16 maggio 2024, ha rigettato integralmente le domande.